Gelato naturale, i consigli di MadreTerra’s!

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La chiacchierata sui gelati con Elena Veglienzone blogger di MadreTerra’s è stata super interessante e mi ha fatto venire una voglia matta di ice cream! Elena la conoscevo come ecologista, ma quando ho scoperto che per un periodo ha lavorato in una gelateria, non mi sono lasciata scappare l’occasione per saperne di più e l’ho intervistata.

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Ecco cosa ha raccontato…

  • D: Siamo in vacanza, come possiamo riconoscere un buon gelato, non sapendo nulla della gelateria?

R: Per riconoscere un buon gelato artigianale bisogna affidarsi a precisi indicatori, i nostri sensi. Non è vero che tutte le gelaterie artigianali realizzano i prodotti con materie prime naturali e fresche.
Dobbiamo osservare bene le diverse vaschette. Ad esempio, gusti “particolari” come la viola, il puffo, cookies, kinder bueno, paradiso e cereali il più delle volte vengono realizzati con delle specifiche basi pronte, per niente naturali.

Colori troppo vividi, una fragola esageratamente rossa o un pistacchio verde evidenziatore ci fanno  capire che sono state utilizzate alte percentuali di coloranti.

Il gelato, inoltre, non dovrebbe essere troppo ghiacciato (ciò vorrebbe dire che è stata utilizzata molta acqua in sostituzione di altri ingredienti, quali il latte), ma sufficientemente cremoso. Di solito le creme vengono fatte con il latte, mentre i gusti alla frutta con l’acqua. 

Per quanto riguarda il gusto, non deve essere troppo dolce (sintomo dell’utilizzo di zucchero eccessivo che va a mascherare materie “poco pregiate”). Poi che aggiungere … secondo voi è logico mangiare un gelato alla fragola a gennaio? Meglio scegliere gusti fatti con frutta di stagione, ed evitare chi propina granite fatte con sciroppi.

  • D: Come si prepara un buon gelato artigianale?

R: Le materie prime sono fondamentali; frutta di stagione, uova e latte freschi e di buona qualità, così come la panna e lo yogurt.

Importanti sono anche i materiali caratterizzanti ciascun gusto. Dal cioccolato (durante la mia esperienza impiegavamo barrette della Perugina da sciogliere a bagnomaria. Assicuro la bontà 😉 ) al pistacchio (quello Igp – indicazione geografica protetta – come ad esempio quello di Bronte, il cui vero colore è tendente al marroncino e il sapore è davvero pistacchio) e nocciola. Anche il “contorno” è importante. Io stessa caramellavo i pinoli sul fuoco per preparare la buonissima pinolata. Ma attenzione: molte volte alcune gelaterie guarniscono le vaschette “mascherando” la vera natura (di bassa qualità) del gelato, ingannando l’occhio del cliente.

  • D: E’ possibile riassumere dei comportamenti tipici di chi va in gelateria?

R: Chi è intollerante al latte lo dice apertamente per evitare conseguenze sgradite (ogni vaschetta deve avere la propria paletta, proprio per scongiurare contaminazioni).

Chi tiene alla linea preferisce la coppetta al cono e cerca gusti poco calorici (alla frutta, cioccolato fondente, niente aggiunta di panna o granelle particolari).

Gli uomini o gli adolescenti sono quelli che “esagerano” scegliendo affogati, cialde giganti e crepes.

Molto divertenti sono i clienti abituali, mai e poi mai cambieranno gusti. Almeno per quanto riguarda la mia esperienza, gli habitué sono prevedibilissimi!

Anna Simone

Vi lascio al vostro gelato, io vado al mio!

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