E’ suggestivo restare al mare verso l’imbrunire. C’è poca gente, i più sono andati via dopo una giornata di sole e bagni in acqua.
La spiaggia solitaria al tramonto non fa tristezza, ma aiuta a riflettere. Solo che camminando sulla sabbia ormai tiepida, ti imbatti in rifiuti di ogni genere. Mozziconi di sigarette, cartacce, avanzi di cibo, qualche bottiglia vuota e plastiche varie. Allora la magia inizia a dissolversi. E se ti avvicini al mare scompare completamente perché la situazione non appare migliore.
Usando un po’ di immaginazione potresti pensare che le sue onde, molto più rumorose rispetto alle ore precedenti, siano un segno di ribellione e di protesta, quasi a dire :”Guarda cosa mi hanno fatto”.
Vedi affiorare per brevi istanti pezzi di plastica colorata, ma in questo caso nessun colore riesce a metterti allegria e non sai se rattristarti, incavolarti o rassegnarti.
Che fine fanno questi rifiuti? Non si biodegradano perché se è vero che il mare guarisce da ogni male, non guarisce queste cose.
Sono almeno 267 le specie nel cui stomaco si trovano pezzi più o meno grandi di plastica, tra cui le tartarughe marine. Anche gli uccelli marini (il 44% di tutte le specie marine) e mammiferi marini (43%) sono tragicamente colpiti.
L’inquinamento invisibile, secondo una Campagna ancora in atto – spedizione M.E.D. (“Méditerranée en ranger”) che durerà fino al 2013 lungo i litorali di Francia Spagna e Nord-Italia – esistono 250 miliardi di micro particelle di plastica, per un totale di 500 tonnellate. Un ammasso di coriandoli che finisce nel plancton contaminando tutta la catena alimentare con gravi rischi anche per noi umani, causa del nostro stesso male.
Il Wwf ha lanciato per questa estate la campagna Sos Plastica, una mappatura interattiva per conoscere la reale situazione dello stato dell’inquinamento da plastica in mare aperto e lungo le coste. Tutti i naviganti sono invitati a segnalare su una mappa interattiva le grandi quantità di rifiuti di plastica che incontreranno lungo la propria rotta. Dove? Sulla scheda di segnalazione attivata sul sito
La Campagna durerà tutta l’estate e a ottobre si farà una prima valutazione per mettere nero su bianco quello che ora si osa solo sospettare: il Mare Nostrum intrappolato dalla plastica. Suggerirei di iniziare a pensare già a degli interventi risolutivi…
Anna Simone