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Acqua: l’Unesco racconta la ricerca scientifica di sette donne che difendono l’oceano

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La Giornata Mondiale dell’Acqua, che cade il 22 marzo, quest’anno accende i riflettori anche sull’equità di genere nel settore della ricerca scientifica delle scienze marine. La Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO presenta 7 role models per il Decennio del Mare: 7 donne impegnate, con le loro diverse professioni e specializzazioni, nella difesa del mare. Teniamo a mente che secondo i dati dell’ultimo Global Ocean Science Report (GOSR2020), solo il 39% dei ricercatori scientifici oceanici di tutto il mondo sono donne.

Ciascuna di queste donne rappresenta uno dei sette risultati attesi dal Decennio del Mare, dedicato a costruire l’oceano che vogliamo: pulito, sano e resiliente, produttivo, sicuro e accessibile, ma anche un oceano che ispira e che coinvolge”, spiega Francesca Santoro, specialista di programma dell’Intergovernmental Oceanographic Commission UNESCO e promotrice del Decennio del Mare in Italia. Dieci anni che hanno l’obiettivo di supportare il ruolo delle scienze del mare nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella implementazione dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

Artista Ambientalista e Filmmaker

Anne de Carbuccia è un’artista franco-americana che viaggia per luoghi remoti della terra per documentare con le sue opere siti, animali e culture a rischio d’estinzione. Le sue immagini sono state esposte in musei e istituti pubblici in Europa e negli Stati Uniti, mentre il suo cortometraggio One Ocean, presentato alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ora è disponibile in free streaming su One Ocean. Inoltre, è fondatrice dell’associazione One Planet One Future e della Time Shrine Foundation negli USA, istituite per aumentare la consapevolezza sull’emergenza climatica e sulle minacce portate al pianeta dal comportamento dell’uomo.
De Carbuccia compensa le sue impronte di carbonio con MyClimate. “Con le mie opere cerco di dare una voce al nostro pianeta blu. Per me l’oceano è fonte di grande ispirazione, ed è coinvolgente. È una grande fonte di passione, ci mostra le nostre forze e le nostre debolezze”, spiega l’artista.

Biologa e subacquea, ricercatrice

“Dall’oceano dipendiamo fortemente. Per questo abbiamo bisogno di un oceano sano”, esordisce Arianna Mancuso che dedica le sue giornate a comprendere la relazione tra acidificazione di oceano e vita marina, misurarne le criticità e trovare soluzioni. È biologa, subacquea, membro del Marine Science Group dell’Università di Bologna e svolge la sua attività di ricerca presso il Fano Marine Center. Si occupa di biodiversità ed ecologia marina nel Mar Mediterraneo, dove indaga le relazioni tra gli organismi bentonici e l’ambiente in cui vivono. In particolare, studia la biometria, la crescita e le proprietà degli scheletri di coralli e delle conchiglie di molluschi in relazione a variazioni di temperatura, salinità e pH.

Grazie al National Geographic Early Career Grant, Mancuso ha svolto un progetto per capire gli effetti dell’acidificazione del mare sugli organismi marini calcificanti nel cratere sottomarino di Panarea, un laboratorio naturale unico nel suo genere. Qui, infatti, per via di un’emissione continua di bolle di anidride carbonica, si registrano livelli di pH più bassi della media dei mari e pari a quelli previsti alla fine del secolo dai modelli sui cambiamenti climatici.

Docente e chef

 “Ci nutriamo del mare e il mare ci nutre tantissimo. Per questo mi sono sempre impegnata nella valorizzazione della biodiversità e nella difesa della cucina biologica”, racconta Bonetta dell’Oglio, chef palermitana dell’Alleanza Slow Food Italia. Ha insegnato presso la scuola di cucina dell’Università di Scienze Gastronomiche di Bra, è docente del Master in Food management UET ed è la fondatrice della “Rivoluzione in un chicco”. La sua sensibilità artistica trova espressività nella valorizzazione della biodiversità e del patrimonio culturale del gusto Mediterraneo: dell’Oglio ha elaborato il “lusso naturale” con coscienza critica e valorizzazione degli ingredienti di prossimità con riguardo al benessere animale, al massimo rispetto del lavoro degli artigiani e alla millenaria storia siciliana. Tutto questo, espressione delle contaminazioni e delle dominazioni, è divulgato attraverso il suo libro “Romanzo Culinario”, antologia di ricette etiche e manifesto di biodiversità.

Roberta Ivaldi

Professoressa presso l’Istituto Idrografico della Marina

Roberta Ivaldi insegna Geologia Marina presso l’Istituto Idrografico della Marina e tra i vari ruoli ricopre quello di membro della commissione internazionale General Bathymetric Chart of the Oceans Sub- Committee on Undersea Feature Names, in qualità di rappresentante dell’Organizzazione Internazionale dell’Idrografia. Ha partecipato a diversi progetti di ricerca e campagne oceanografiche in Mediterraneo, in Atlantico settentrionale, in Antartide nell’ambito del Global Change, Progetto Glaciologia e Paleoclima del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e in Artico. Grande è il suo interesse rivolto ai caratteri e ai processi dei fondali marini e delle aree polari, considerando l’oceano trasparente e accessibile con il recente sviluppo del 3D mapping integrato, dal satellite al sottofondo. “L’oceano deve essere trasparente e accessibile perché non è solo vento, acqua, ghiaccio ma è soprattutto fondale. Quello che mi aspetto è un oceano trasparente nel libero accesso a dati, informazioni e tecnologie, anche per formare i giovani alla conoscenza del mare. A oggi solo il 19% dell’oceano è stato coperto da una mappatura ad alta risoluzione con tecnologie recenti”, osserva Ivaldi.

Professoressa di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera

“Vorrei un oceano sicuro, per questo mi occupo dello studio delle interazioni tra oceano e atmosfera, oceano e clima: voglio capire il ruolo dell’oceano nel mitigare i cambiamenti del clima”, dice Claudia Pasquero. È docente di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera presso l’Università degli Studi di Milano, ricercatrice presso l’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche e vicepresidente del Comitato di Geofisica Matematica dell’Unione Internazionale di Geodesia e Geofisica. Si occupa in particolare dello studio delle interazioni tra oceano e clima e recentemente la sua ricerca ha portato a miglioramenti significativi nella comprensione delle dinamiche di tifoni e uragani. Lavora inoltre sulle interazioni tra le dinamiche oceaniche e gli ecosistemi marini.

Ricercatrice del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici

Simona Masina è un’oceanografa fisica e prima Ricercatrice all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e affiliata al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, dove dirige la Divisione di Modellistica Oceanografica e Assimilazione Dati. È inoltre membro della Commissione Oceanografica Italiana e del Board Scientifico di Mercator Ocean International. I suoi interessi scientifici si focalizzano soprattutto sullo studio del ruolo dell’oceano nel sistema climatico globale e sulla capacità di prevedere lo stato del mare e la sua variabilità a diverse scale spaziali e temporali. Con oltre 20 anni di esperienza nella modellizzazione dell’oceano, è stata coinvolta in progetti nazionali e internazionali sia con responsabilità scientifiche sia di coordinamento. Ha al suo attivo più di 100 pubblicazioni su riviste internazionali e dallo scorso anno insegna nel Dottorato Future Earth, Climate Change and Societal Challenges presso l’Università di Bologna. “Dobbiamo migliorare la nostra capacità di conoscere il mare e di fare previsioni sempre più accurate, per fornire conoscenza scientifica a supporto della società. Il Decennio del Mare rappresenta l’occasione per formare giovani ricercatori e ricercatrici, animati da una curiosità scientifica di conoscenza dell’oceano”, commenta Simona Masina.

Giudice del Tribunale del Mare

Ida Caracciolo è professoressa ordinaria di diritto internazionale nel Dipartimento di Scienze politiche dell’Università della Campania e giudice del Tribunale internazionale del diritto del mare. È inoltre Membro della Corte permanente di arbitrato, Vice-arbitro nella Corte di arbitrato e conciliazione dell’OSCE e autrice di volumi e articoli, in collettanee e riviste italiane e straniere, di diritto internazionale pubblico. “L’ambiente marino costituisce un patrimonio prezioso che deve essere protetto e ripristinato per mantenere la biodiversità e la vitalità dell’oceano”, sottolinea Ida Caracciolo.

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