Tra le cattive abitudini che accomunano molti di noi spicca quella di buttare l’olio del tonno in scatola nel lavandino. Un vero spreco, considerando che rispetto all’olio di partenza si arricchisce di omega 3 e vitamina D che prende dal pesce.
Ad averlo scoperto è una ricerca della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (Ssica) di Parma, condotta per conto dell’Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare (Ancit).
Dopo aver analizzato l’olio d’oliva presente in campioni di tonno in scatola da 80 gr pronti per il consumo – mantenendoli a diverse temperature (4°, 20° e 37°) e osservando le variazioni durante 13 mesi – i risultati non hanno registrato alterazioni. Anzi, hanno evidenziato nell’olio a contatto col tonno un aumento dei grassi polinsaturi, in particolare composti da acidi grassi omega 3 e di vitamina D (colecalciferolo), naturalmente non presenti nell’olio d’oliva, conservando buone caratteristiche all’assaggio, all’aroma, al sapore e al colore.
I vantaggi dell’olio d’oliva del tonno in scatola
La presenza di acidi grassi omega 3 a lunga catena è tale che 10 gr dell’olio in cui viene conservato il tonno coprono il 10% del fabbisogno giornaliero. Stesso discorso per la vitamina D, 10 gr di quest’olio coprono il 5% circa del fabbisogno giornaliero raccomandato per la fascia d’età 19-50 anni, importante per il mantenimento del metabolismo del calcio. La vitamina D è liposolubile e alcuni pesci, soprattutto quelli grassi come lo sgombro, le sardine, il tonno e il salmone ne contengono discrete quantità. È bene non farli mancare sulle nostre tavole.
Inoltre, non va trascurato l’aspetto ambientale. Gettare l’olio della scatoletta è uno spreco alimentare che tutti possiamo evitare. E gettarlo nel lavandino provoca anche un danno ambientale perché genera problemi ai sistemi di depurazione delle acque, intasa gli impianti e rallenta il processo di trattamento.
Se poi raggiunge fiumi e mari, forma una patina sulla superficie dell’acqua impedendo il passaggio dei raggi solari, contribuendo ad alterare l’equilibrio degli ecosistemi acquiferi. Certo non il quantitativo di una singola scatoletta!
Come riutilizzare l’olio d’oliva del tonno in scatola
Dove buttare l’olio del tonno in scatola? Da nessuna parte perché ora sappiamo che possiamo riutilizzarlo in cucina, in perfetta ottica di economia circolare. Innanzitutto, va comprato del tonno all’olio di oliva di qualità, per poi riciclarlo come condimento o come ingrediente. In primis, per preparare il soffritto della pasta al tonno: in bianco o col pomodoro, ma anche per preparare una bruschetta. O magari, utilizzarlo per marinare il pesce o per preparare una salsa di condimento, ad esempio per una focaccia con tonno, cipolla e zucchine.
Ricetta bruschetta con olio, caprino, tonno e acciughe
Ho preso in prestito una facile ricetta del blog HealthSoup di Paolo Pedemonte per preparare un’ottima bruschetta servono: pane per bruschette, 160g formaggio caprino, 100g ricotta, una scatoletta tonno sott’olio (160g peso complessivo), 2 acciughe sotto sale, prezzemolo secco, pepe nero.
Si parte abbrustolendo in forno o su una padella molto calda il pane delle bruschette. Disponete il formaggio diviso in due diverse ciotole: 80g di caprino e 50g di ricotta in ciascuna ciotola. In una ciotola condite il formaggio con il pepe mentre la seconda dovrete condirla con il prezzemolo secco. Trasferite il formaggio in due sac-a-poche differenti. Procedete ad assemblare la bruschetta alternando ciuffetti di formaggio al pepe con ciuffetti di formaggio al prezzemolo. Aprite la scatoletta di tonno e scolate l’olio d’oliva senza buttarlo via perché servirà per ultimare la ricetta. Disponete sul formaggio il tonno e le acciughe. Condite con l’olio avanzato dalla scatoletta.
Anna Simone