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Ricaricare auto elettrica a casa: ecco cosa c’è da sapere

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Le auto elettriche sono sempre più diffuse in Italia: una delle migliori alternative per ricaricare il proprio veicolo rimane sempre la rete domestica. Ecco, però, tutto quello che c’è da sapere sulla ricarica prima di acquistare un’auto elettrica.

Ad oggi sono due i metodi per ricaricare un’automobile elettrica: le colonnine ricarica auto elettriche ad alta tensione o la ricarica casalinga a 220 V. Il secondo metodo è sicuramente più economico e conveniente, perchè è possibile ricaricare la propria auto mentre è parcheggiata a casa senza costi aggiuntivi. Individuato lo spazio idoneo, bisogna però accertarsi che l’impianto elettrico sia adeguato al compito.

Non si possono utilizzare le normali prese domestiche. Molti aggirano il problema acquistando dei caricatori portatili che si connettono alle prese tradizionali o Schuko. I caricatori, a seconda del modello, sono adattabili a connettori di tipo CHAdeMO o Type 2.

Sarebbe però ideale adattare il punto prescelto con prese industriali CEE, capaci di resistere al freddo più estremo ed evitare ogni disconnessione accidentale. Le prese industriali (in particolare quelle convenzionalmente di colore blu) sono capaci di gestire la normale tensione domestica da 220 V. Le prese industriali possono essere collegate, per maggiore sicurezza, a delle apposite Wallbox domestiche. Tali apparecchi sono configurati per gestire cali di tensione e per evitare che il consumo influisca sulle normali attività della casa.

Sono necessarie speciali autorizzazioni?

Sono molti gli automobilisti che si interrogano sul bisogno di richiedere autorizzazioni speciali per la ricarica domestica. È importante iniziare a chiarire che la ricarica domestica, se implementata secondo le disposizioni di legge, è considerata un’attività non rischiosa. In particolare non c’è il concreto pericolo di incorrere in incendi o altre situazioni di pericolo.

Quindi non è necessario richiedere alcuna autorizzazione per l’installazione di uno slot adibito a ricarica elettrica. Per beneficiare di tale normativa è però importante non modificare l’impianto elettrico preesistente. L’installatore, inoltre, deve rilasciare un certificato di conformità.

Obbligatorietà dello slot di ricarica

La legge italiana è andata anche oltre: il regolamento edilizio nazionale prevede che dal 2020 negli edifici di nuova costruzione sarà obbligatorio predisporre uno slot per la ricarica di auto elettriche. In caso contrario potrebbe essere negato il titolo abitativo edilizio. Nella norma rientrano tutti i nuovi edifici con superficie maggiore ai 500 metri quadri o dalle 10 unità abitative in su.

Questo obbligo è previsto anche per tutti gli edifici che vengono radicalmente ristrutturati. Gli edifici residenziali dovrebbero, quindi, adattare eventuali box auto o parcheggi sotterranei. Gli edifici non residenziali (uffici, ad esempio) devono prevedere l’installazione di una colonnina esterna.

In quanto tempo si ricarica un’auto elettrica?

A patto che sia stato installato un impianto a norma di legge, è lecito chiedersi qual è il tempo di ricarica per i veicoli elettrici. Naturalmente dipende dal modello e dal costruttore: una stima indicativa, però, segnala come possano essere necessarie dalle 8 alle 12 ore. Dopo un ciclo di ricarica notturna, l’auto sarà al massimo dell’autonomia alla mattina.

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