I cartelloni pubblicitari fanno molte cose in un colpo solo: soffocano le città, catturano la nostra attenzione, o il nostro disprezzo, e inquinano.
Oggi pomeriggio sono passata in tre paesini, tutti erano tappezzati con manifesti pubblicitari, in prevalenza per le amministrative. Immagini di volti sorridenti appartenenti a partiti politici o a semplici liste civiche, fintamente costruiti. Incollati ovunque anche dove non si potrebbe. Frasi a effetto pensate e ripensate per convincere, dare certezze, trasmettere onestà e voglia di fare.
Personalmente non credo più ai programmi politici, non ho chi mi rappresenta o chi potrebbe rappresentarmi. Voto, ho sempre votato, ma quanto è triste votare il meno peggio.
Dopo queste considerazioni mi sono domandata: la carta appiccicata con litri di colla chimica, super resistente e super colorata che fine fa? Riciclo? No, non credo, non dalle mie parti almeno!
I politici infilano nei loro discorsi parole come verde, green, eco, sostenibilità, salvaguardia ambientale, bio, biodiversità e raccolta differenziata. Parole che per la maggior parte di loro, scommetto ciò che volete, sono prive di significato. Le usano perché il green va di moda. Ma quanti sono pronti a investire in energie rinnovabili, raccolta seria di rifiuti, riqualificazione urbanistica di aree dismesse invece che cementificare nuovi terreni? Eppure, una mossa intelligente sarebbe ad esempio dire: “ho fatto stampare tot cartelloni pubblicitari, mi dispiace per la carta sciupata, è carta riciclata ma comunque mi dispiace. Al termine delle elezioni quelli del mio staff provvederanno a toglierli e li recupereremo in questo modo…”
Inquinamento visivo, inquinamento ambientale e inquinamento mentale per quanto mi riguarda. Più mi impongo di non leggere i cartelloni pubblicitari (politici o di prodotti) e più sorprendo me stessa a leggerli. Un po’ come quando si è in treno e non si può fare a meno di ascoltare le conversazioni, terribilmente, stupide di quelli che siedono vicino o di quelli che parlano al telefono con un tono di voce troppo alto per essere una conversazione privata.
Buone riflessioni
Anna Simone
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proposta: una legge che tassa coloro che non si preoccupano di smaltire la loro pubblicità???
Che ti sembra come idea???
Ottima idea!
In teoria nei costi previsti per una campagna elettorale ci sono anche le eventuali spese per ripulire la città. Questo… molto in teoria. E comunque poco significa. L’anno scorso, a Cassino, la piazza del mercato era completamente ricoperta dalle facce di Abbruzzese, Polverini, Tedeschi e compagnia bella (sulle quali, mi perdonino, però non mi dispiaceva camminare). Avranno pagato per ripulire! Ci posso anche credere. Ma è così che si fa? Prima si sporca e poi si pulisce? Il minimo sarebbe proprio impegnarsi a non sporcare (specialmente una cosa tanto preziosa come l’ambiente). Non vogliono farci mica credere che sono abituati così anche in politica? Non vorranno mica farci pensare che anche lì prima distruggono e poi (forse) ricostruiscono?!? 😉
Prima si sporca e poi si pulisce?
Magari pulissero almeno Ele… quelli abusivi poi, li rimuovono il vento e la pioggia 🙂