Il green inteso nell’accezione più ampia va molto di moda, ve ne sarete accorti. Parole come eco, verde, sostenibile, biologico le ascoltiamo o leggiamo tutti i giorni. Sarebbe magnifico se ci fosse un reale interesse verso la salvaguardia dell’ambiente, ma spesso sono parole prive di significato che confezionano una fregatura che va sotto il nome di Greenwashing.
Io sono soggetta a fregature. La cosa positiva è che i controlli li faccio sempre, seppur in un secondo momento. Durante il mio recente soggiorno a Milano ho anche fatto un giretto per negozi e non ho resistito alla tentazione di fare acquisti.
Ho comprato in tutto quattro capi per non appesantire il bagaglio. Ho impiegato anni per capire che bisogna viaggiare con lo stretto necessario, perché i galantuomini non esistono più. Un volta ti domandavano se potevano aiutarti con la valigia, adesso devi chiederlo tu! Ok parità dei diritti e dei doveri, ma un po’ di gentilezza non guasta mai 🙂
Tornando agli acquisti, sono tutti di cotone organico certificato (in italiano si dice biologico), cioè coltivato senza ritrovati chimico-nocivi. Ero molto soddisfatta di aver preferito la qualità alla quantità fino a quando, facendo delle ricerche in internet, ho scoperto che si trattava di una sorta di frode internazionale perché quello specifico tipo di cotone, secondo i risultati emersi dai controlli, era stato contaminato da cotone modificato geneticamente.
Sull’etichetta di un verde tranquillizzante, dopo la denuncia internazionale, che io ignoravo, hanno messo una microscopica scritta bianca che certifica quel cotone solo per un 50%, purtroppo non si legge a prima vista e io non l’ho letta.
Il business a volte è immorale…
Anna Simone
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Quindi è colpa di chi coltiva ogm?
Non ci sono mai colpevoli unici 🙂